Software gestionale in Italia: panoramica e analisi 

A fine 2022 è stata pubblicata la ricerca dal titolo “Il software gestionale in Italia: il percorso di trasformazione di PMI e PA”, realizzata dagli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano in collaborazione con Assosoftware che analizza la situazione del mercato dei software gestionali in Italia prendendo in considerazione il biennio 2020 – 2021. 

La ricerca considera 514 PMI e 158 enti comunali, da cui emergono dati economici e aspetti sia positivi che critici del settore. 

Partendo da un’analisi prettamente economica, il fatturato del settore nel 2021 è stato di 51,3 miliardi di euro, in crescita del 14 % rispetto al 2020. In questo valore sono comprese le aziende che sviluppano e distribuiscono software per le aziende, che si tratti di ERP, software di produzione (MES), magazzino (WMS), di gestione documentale (DMS), di gestione clienti (CRM) ecc…

Diverse tipologie, diverse diffusioni

La classifica per diffusione dei software e dei moduli è la seguente:  

  1. Software per la gestione amministrativa e contabile  
  1. Software per la gestione del personale 
  1. Software per il controllo di gestione (BI) 
  1. Software per gestione magazzino e logistica (WMS)  
  1. Software per gestione della produzione (MES) 
  1. Software per la gestione dei clienti (CRM) 

L’implementazione di queste soluzioni ha visto una crescita sostanziale negli ultimi anni, tuttavia siamo ancora lontani rispetto ai livelli presenti nei principali mercati esteri.

Criticità riscontrate

Laddove il dato relativo al volume d’affari risulta incoraggiante, altri risultati pongono l’accento sulla difficoltà italiana nel raggiungere un adeguato livello di digitalizzazione.  

Sia le PMI che la Pubblica Amministrazione evidenziano una carenza generalizzata delle competenze digitali del personale e una difficoltà a ricercare figure specializzate in ambito ICT. Questo aspetto è molto spesso un freno all’implementazione di nuovi software, così come all’integrazione. 

Un altro problema che persiste da tempo è quello dell’obsolescenza delle soluzioni adottate: il 34 % dei software per la gestione contabile è stato installato prima del 2000 e il 62 % delle aziende dichiara di non utilizzare l’ultima versione aggiornata dei suoi software, con conseguente calo dell’impatto positivo di quest’ultimi. 

Infine analizzando il dato sul livello di integrazione tra più soluzioni, emerge che solo il 29 % delle PMI ha integrato almeno in parte i propri software, un aspetto assolutamente fondamentale che abbiamo trattato in alcuni dei nostri video di approfondimento.

Obiettivi futuri

Il report si chiude con un’analisi degli attori a cui spetta il compito di portare avanti il processo di digitalizzazione in Italia. Nello specifico le Software House devono sforzarsi di trasmettere le competenze tecniche agli utilizzatori finali e di far comprendere il ritorno dell’investimento su un software di ultima generazione, su cui molte aziende sono ancora scettiche.  

I dirigenti aziendali non dovrebbero limitarsi all’acquisto di nuovi software ma allargare l’orizzonte temporale ideando un piano di sviluppo più ampio che consideri aspetti come la formazione del personale e un budget pluriennale per mantenere nel tempo il software aggiornato e dinamico.  

Le istituzioni hanno la responsabilità di supportare aziende e software house attraverso sostegni economici e incentivi che permettano di realizzare progetti spesso dispendiosi per le aziende a livello di tempo e risorse economiche e umane richieste.